Il successo in un Ironman passa per la bocca

Sono ancora adrenalinico per la mia personale impresa all'Ironman di Nizza ed orgoglioso di avere portato a termine per la prima volta nella mia carriera la gara più dura del triathlon. Il tempo, 10h 37', conta relativamente poco: sono contentissimo di aver tagliato quel traguardo che ho inseguito da sempre e preparato per molti mesi. Certamente il segreto per concludere un Ironman sta nella preparazione graduale ed attenta, ma il giorno della gara occorre centrare alla perfezione l'integrazione.
 
L'organizzazione aiuta molto nel non rimanere senza energie, distribuendo nei percorsi bike e run una quantità di ristori ben organizzati, con tutto il necessario per avere acqua, sali, bevande zuccherine, barrette, gel di alta qualità, banane e frutta secca: insomma, prodotti di qualità all'altezza dell'organizzazione. Le zone ristoro sono lunghe ben 300 metri con punti di raccolta scarti e volontari disponibilissimi per tutti gli atleti.
 
Al fine garantire un costante mantenimento dei liquidi occorre introdurre ogni 30'/45' calorie di facile assorbimento ed Ironman senza dubbio non fa mancare nulla. Nella mia gara di Nizza ho preso un gel di amminoacidi 8:1:1 in zona cambio dopo il nuoto e sfruttato i ristori ai km 18 - 37 - 62 - 72 - 96 - 109 - 134 e 155 prendnedo ogni volta una borraccia di sali e malto, barrette e gel. In cima a Col de l'Êcre era possibile approfittare del rifornimento personalizzato con la propria bag numerata, ma io non ho usufruito di un eventuale panino salato, preferendo manterere i sali con l'idratazione proposta ed alimentari con gel e barrette: penso sia stata una buona scelta, anche se per alcuni atleti mangiare qualcosa di solido o introdurre una borraccia con la soluzione preferita è gradito.
 
Nella frazione di corsa non ho saltato un solo ristoro, posti dei 5,25km a segmento a bastone con regolare distrubuzione. Non mi sono bagnato sotto le docce per evitare di bagnare scarpe e calze che spesso comportano la formazione di fastidiosissime vesciche, preferendo bagnarmi testa e braccia con i bicchieri d'acqua presenti al ristoro.
 
Grazie a questa strategia ho affrontato il mio primo ironman senza cali di zuccheri ed energie, terminando gli ultimi 4km con un adrenalina davvero inaspettata!
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