Dal punto di vista commerciale, in virtù della grande importanza attribuita ai radicali liberi nella comparsa di svariate patologie degenerative, gli integratori di glutatione sono dipinti come una sorta di elisir dell'eterna giovinezza, utili per ritardare l'invecchiamento, per rinforzare le difese immunitarie, per preservare l'integrità di globuli rossi e del cristallino dell'occhio, e per proteggere l'organismo dalle radiazioni ionizzanti, dai metalli pesanti, da alcool,tabacco, droghe e da patologie neuro degenerative come il morbo di Alzheimer.
Dosi e Modo d'uso
Il glutatione è reperibile in commercio come singolo ingrediente o combinato ad altre molecole con attività antiossidanti.
Generalmente, il dosaggio di glutatione suggerito è compreso tra i 50 ed i 600 mg giornalieri, a seconda delle necessità del paziente.
Al fine di potenziare l'attività antiossidante del glutatione, si potrebbe ricorrere al contestuale utilizzo di altre molecole bioattive come selenio, vitamine del gruppo B, vitamina A, C o E.
I dosaggi suggeriti per un'adeguata supplementazione con N-Acetilcisteina, in sostituzione di quella diretta con glutatione, sono solitamente di 200-600 mg per 1-3 volte al giorno.
Limiti dell'integrazione con glutatione
Nonostante le evidenze cliniche incoraggianti, esistono oggi diversi dubbi, soprattutto di natura farmacocinetica, in merito alla reale utilità dell'integrazione con glutatione.
Il tutto sarebbe riconducibile alla presenza, nell'intestino, di enzimi noti come gamma glutammil-transferasi, che idrolizzerebbero il glutatione assunto per os, riducendone drasticamente la biodisponibilità.
A compromettere ulteriormente la biodisponibilità di questo nutriente sarebbero anche responsabili uno spiccato metabolismo di primo passaggio e il sequestro cellulare esercitato dagli enterociti della mucosa intestinale.
Per questi motivi, sembrerebbe più efficace l'integrazione con precursori del glutatione come l'N-Acetil-Cisteina.
La N-Acetilcisteina classicamente definita NAC o più semplicemente Acetilcisteina- è il derivato N-Acetile del più comune amminoacido L-Cisteina.
Assunta sotto forma di integratore, piuttosto che di terapia farmacologica, la N-Acetilcisteina si è rivelata utile sia nei casi di intossicazione acuta da paracetamolo, sia come antiossidante, mucolitico e citoprotettore.
Tra i farmaci a base di N-Acetilcisteina si ricordano le specialità registrate Fluimicil, Rinofluimicil, Solmucol e Broncohexal.
Perché si usa la N-Acetilcisteina? A cosa serve?
La N-Acetilcisteina è un importante agente riducente, noto quindi soprattutto per le spiccate proprietà antiossidanti.
Oltre alla capacità di rigenerare il Glutatione, uno dei più importanti antiossidanti a disposizione dell'organismo umano, la N-Acetilcisteina si è dimostrata efficace anche come agente antiapoptotico.
Quest'ultima attività è risultata particolarmente preziosa a livello pancreatico, salvaguardando numero e funzionalità delle cellule Beta, e a livello nervoso, preservando la vitalità delle cellule nervose (neuroni).
Infine, la capacità di ridurre i ponti di solfuro presenti nelle mucoproteine, ha donato alla N-Acetilcisteina anche un attività mucolitica.
In virtù di queste proprietà, la N-Acetilcisteina è utilizzata oggi:
- Come agente epatoprotettivo;
- Come antiossidante, soprattutto nelle patologie età-correlate come quelle del sistema nervoso centrale (es. demenza senile);
- Come elemento cardioprotettivo;
- Come mucolitico.
Dosi e modo d'uso
Come usare la N-Acetilcisteina:
I dosaggi suggeriti per un'adeguata implementazione con N-Acetilcisteina sono generalmente quelli di 600 mg per 1-3 volte al giorno.
Per prevenire la possibilità (rara) che si formino calcoli renali è molto consigliata l'assunzione contestuale di una grande quantità di acqua.